Lara oggi ha 40 anni ed è in cura presso il Centro Psico Sociale dal 2009. Racconta di una sua suggestione particolare: videocamere, dislocate ovunque lei vada, riprendono la sua immagine… il motivo è che lei è destinata a diventare famosa. Ma in questo modo è come se fosse sempre sotto esame, e l’obiettivo che deve raggiungere - la fama, il successo, la realizzazione personale - è fonte per lei di grande stress: un carico di responsabilità troppo forte quello che si sente addosso.
Lara ha frequentato dopo le scuole medie un corso professionale per estetista. Quando è stata segnalata al servizio per l’inserimento lavorativo stava frequentato il terzo anno serale di ragioneria. Lara ha lavorato per qualche tempo in un piccolo centro estetico ma in quel periodo le sue condizioni non erano ottimali. Successivamente ha svolto saltuarie attività come addetta alle pulizie, operaia confezionatrice e cameriera. Conosce un po’ lo spagnolo poiché sua madre ha avviato un gelateria in Spagna e in alcuni periodi dell’anno, specie d’estate, raggiunge sua madre per qualche settimana e l’aiuta nell’attività.
Nei colloqui appare fortemente motivata al lavoro al fine di acquisire maggiore indipendenza dal nucleo familiare. Sono forti anche il desiderio di sentirsi attiva e produttiva e la voglia di allargare, con il lavoro, la propria sfera di socialità. Si presenta come una persona molto curata, educata e disponibile. L’operatrice del servizio che la prende in carico le propone di frequentare un gruppo di “auto-mutuo aiuto” (soprannominato dai partecipanti “Sfogalavoro”): un luogo di confronto sul tema dell’inserimento occupazionale, del difficile rapporto tra il disagio psichico e attività lavorativa.
Nel frattempo le viene proposto un tirocinio come impiegata presso una cooperativa sociale. Durante uno degli incontri dello “Sfogalavoro” racconta della proposta di questo tirocinio. E’ molto eccitata dall’idea di iniziare un’esperienza di lavoro in ufficio: per lei è un riconoscimento importante perché coerente con gli studi che porta avanti con tanto sacrificio, ma nello stesso tempo è agitata e crede di non essere all’altezza. La conforta la massima coniata per l’occasione da uno dei partecipanti al gruppo, che ricorda a tutti che “a volte la realtà è più facile di come ce la immaginiamo!” Lara dice che le sembra giusto provare, che lei si impegnerà e poi “come andrà, andrà...”. Il tirocinio inizia nell’ottobre 2013. Nonostante l’impegno scolastico in parallelo, lo stage fornisce rimandi positivi. Ma purtroppo le spiegano che, pur avendolo considerato nei loro piani, non sono in condizioni di assumere una nuova persona. Lara incassa bene: “Nelle imprese succede di non poter assumere nuovo personale anche se ve ne sarebbe l’esigenza!” Ma poi un po’ si deprime: “Ecco, sono la solita sfigata! Non me ne va mai bene una!”
Inizia l’anno nuovo concentrandosi sugli studi: gli operatori dei servizi che la seguono valutano opportuno attendere prima di presentarle una nuova proposta di tirocinio. Intanto Lara confida agli operatori che vorrebbe avere un figlio. La questione è ovviamente delicata: studio, lavoro, una relazione affettiva e adesso il desiderio di maternità sono tutte aspirazioni legittime, ma forse occorre un po’ di pazienza…Nell’ottobre 2014 il servizio propone a Lara un tirocinio presso un’azienda chimica dove potrebbero esserci possibilità di assunzione. Inizia piena di entusiasmo, ma, dopo alcuni mesi, un giorno si assenta improvvisamente dal lavoro e, cosa strana per lei, non avverte nessuno. Rintracciato il suo compagno si viene a sapere che Lara non è stata bene dopo aver sospeso volontariamente la terapia farmacologica, e si è recata in ospedale dove è stato disposto un breve ricovero. Sentito il servizio di cura si valuta per un periodo di sospensione del lavoro, al fine di riprendere e stabilizzare il percorso terapeutico, ma una volta rientrata in azienda le cose non sembrano essere migliorate e una mattina Lara, sopraffatta dall’ansia, lascia per sempre l’ufficio.
Poi gradatamente il quadro sanitario si riassesta e nel luglio 2016 Lara si diploma in ragioneria. Il servizio le propone un nuovo percorso, ma a questo punto Lara sorprende tutti ed inizia a collaborare con un conoscente, che lavora come commerciante ambulante di prodotti cosmetici nei mercati. Ma come? Tanti sacrifici per diplomarsi e ora questo cambio di progetto lavorativo? Lara spiega che quel lavoro la impegna poco, che le permette di stare a contatto con la gente e che la prospettiva di non lavorare in ufficio la rende più serena. I servizi non insistono, la seguono a distanza, senza svalutare la sua scelta, ma offrendole la possibilità di intraprendere parallelamente una ricerca di lavoro in altri ambiti. Alla fine dell’anno le cose cambiano: Lara decreta la fine della sua esperienza nel settore del commercio ambulante. Nel marzo 2017 inizia un tirocinio presso l’ufficio di una autofficina, con mansioni di impiegata, addetta alla reception e alla gestione della fatturazione ai clienti. Il tirocinio viene valutato abbastanza positivamente dall’azienda, che ne chiede la proroga.