Carmine

Carmine oggi ha 42 anni. Ha il diploma di licenza media inferiore. Vive da solo in una mansarda sopra l’appartamento dei genitori.
Dal 1991 al 2006 ha sempre lavorato nel settore metalmeccanico come operatore di macchine profilatrici, utilizzando il tornio parallelo, con compiti di manutenzione macchine, autista e magazziniere.
E’ un uomo alto e grosso, con due mani così grandi che quando ti stringe la mano la tua sembra quella di un bambino al confronto. Scherzando noi diciamo che la tuta blu da operaio lui forse la indossa dalla nascita tanto possiede le phisique du rôle.
Carmine riferisce i disturbi che gli hanno impedito di continuare a lavorare: deliri e vissuti di persecuzione, allucinazioni e la convinzione di essere tenuto sotto controllo da un microchip presente nella sua pancia. Carmine ha poi cominciato ad accettare la sua malattia. Quando è stato segnalato al SISL frequentava regolarmente il CPS e si rapportava con costanza con lo psichiatra. Nel tempo libero amava recarsi in piscina, ma da disoccupato non aveva abbastanza soldi per proseguire la frequenza. Per alcuni anni ha avuto una moto, una vecchia Guzzi 750, di quelle utilizzate un tempo anche dalla polizia. Anche per questa passione però occorrevano soldi per le manutenzioni e i pezzi di ricambio, e ha dovuto venderla.
Nel settembre 2008 il SISL attiva per Carmine un tirocinio come operaio generico in un’azienda del settore della rigenerazione di fusti e cisterne in plastica e ferro. I primi rimandi dei referenti aziendali sono positivi, tanto che vorrebbero accrescere il monte ore del tirocinante. Carmine dimostra di comprendere i compiti e di portare a termine l’esecuzione degli stessi in autonomia, con costanza, puntualità e rispetto delle norme di igiene e sicurezza. Nel febbraio 2009 l’azienda gli propone un contratto a tempo indeterminato.
Ma dopo alcuni mesi il SISL viene allertato dall’azienda a causa di un episodio increscioso: Carmine si è rivolto ai Carabinieri dopo una discussione con un collega e con i responsabili aziendali. L’operatrice del SISL che segue Carmine riceve da lui una spiegazione chiara ed ingenua di quanto avvenuto in azienda: un operaio della ditta nei giorni precedenti si era fatto vanto di possedere un coltello, esibendolo ai colleghi. Carmine si è spaventato anche perchè, riferisce, “quella è una persona con la testa di un bambino e in più ha il vizio dell’alcol”. In stato di agitazione Carmine si è evidentemente rivolto ai suoi superiori, ma non ricevendo sufficienti rassicurazione ha pensato di segnalare il fatto ai Carabinieri, innescando ovviamente le reazioni dell’azienda e del collega.
Dopo alcuni giorni di assenza per malattia Carmine rientra in azienda: gli operatori del SISL hanno potuto confrontarsi con l’azienda, l’episodio diventa oggetto di reciproche rassicurazioni e questo rasserena il clima. Carmine continua a ritenere che non si debba andare in giro con i coltelli, ma confrontandosi con gli operatori pare aver compreso che forse ha esagerato nella sua reazione di preoccupazione per la sicurezza sua e dei colleghi.
Carmine lavora fino agli inizi del 2015. L’azienda è coinvolta in una ristrutturazione societaria e produttiva e si innesca una riduzione di personale che coinvolge anche Carmine. Per un po’ il periodo di disoccupazione viene ben tollerato, ma dopo l’estate affiorano le prime avvisaglie di difficoltà. L’inattività significa avere più tempo per annoiarsi, per pensare, per preoccuparsi del presente e del futuro.
Carmine è convinto che l’azienda lo richiamerà per assumerlo nuovamente non appena avrà nuove commesse di lavoro: verifichiamo che in realtà l’impresa ha chiuso uno stabilimento, ne ha aperto un altro, ha modificato l’assetto proprietario e non ha intenzione di procedere alla riassunzione della totalità delle maestranze precedentemente operative.
Si riparte… Carmine non sembra accusare più di tanto il colpo, anche se aveva sperato capito che la riassunzione poteva esserci, ci sperava insomma. Tuttavia ha voglia di ricominciare, ha energie positive: tranquillo e motivato.
Viene presentato in alcune aziende ma per ragioni diverse nessuna accetta un inserimento nell’immediato. Poi si individua un’azienda tessile che si occupa di trattamenti di tessuti. Nell’immenso capannone vi sono macchinari e enormi bobine di tessuti: vi lavorano per lo più operai maschi. Potrebbe essere l’ambiente giusto. Inizia il tirocinio nell’ottobre 2016: sei mesi per sperimentarsi, per verificare la tenuta, per imparare un nuovo lavoro, per integrarsi in un nuovo gruppo di colleghi, per dimostrare di essere serio e affidabile: quante cose da concentrare in quei sei mesi…
Durante i mesi di tirocinio raggiunge un buon livello di esecuzione della mansione individuata e si inserisce positivamente nel gruppo di lavoro interagendo con tutti. Ciò ha comportato da parte dell’azienda la decisione di continuare il rapporto tramite un assunzione a tempo determinato di un anno a partire dal 1 maggio 2017 (la data è di buon auspicio) con orario part time di 25 ore settimanali.